Star Wars Jedi: Fallen Order ha ormai un anno e mezzo di vita e ha dovuto misurarsi con l’uscita delle nuove console. Vediamo cosa è cambiato e proviamo ad azzardare qualche ipotesi sulle prospettive future!
Dove eravamo rimasti?
Sviluppato da Respawn Entertainment e distribuito da Electronic Arts, Star Wars Jedi: Fallen Order narra parte degli avvenimenti a cavallo tra La Vendetta dei Sith e Una Nuova Speranza. Sebbene il periodo trattato sia tra i più classici della saga, indubbiamente la storia presentata è un tassello imperdibile per tutti i fan della galassia lontana lontana.
Star Wars Jedi: Fallen Order narra la storia del giovane padawan Cal Kestis, doppiato e impersonato da Cameron Monaghan: le sue vicende si sviluppano in una doppia timeline giustificata dalla necessità di raccontare la storia del personaggio prima e dopo il famigerato Ordine 66, al quale il giovane Cal riesce a scampare. Cinque anni dopo il drammatico avvenimento il padawan si ritrova sul pianeta Bracca, dove chiusosi alla Forza lavora come rottamatore smontando navi delle Guerre dei Cloni, garantendosi l’anonimato. Difficile immaginare che un superstite della Grande Purga Jedi possa condurre una vita simile a lungo: è solo questione di tempo, infatti, prima che Cal debba rivelare la sua vera identità a due Inquisitori, Seconda Sorella e Nona Sorella, per via dell’incedere degli eventi sul pianeta di terra e ferro. Seguendo il più classico dei cliché starwarsiani, questi avvenimenti permettono al giovane padawan di conoscere l’ex cavaliere Jedi Cere Junda e il pilota Greez Dritus, nonché di salire a bordo della loro nave, la Stinger Mantis, e affrontare il proprio destino lontano da Bracca.
Chi ha già giocato Star Wars Jedi: Fallen Order ricorderà le avventure di Cal Kestis e del suo inseparabile droide da esplorazione BD-1; chi non l’ha giocato, ed è fan di Star Wars, dovrebbe farne una priorità, trattandosi (al netto di diverse incertezze tecniche) di uno dei migliori videogiochi legati alla saga in uno scenario ultimamente non proprio brillante. Questo articolo non è né vuole essere una recensione del gioco, uscito nel novembre 2019 per PC, PlayStation 4, Xbox One, e disponibile dallo scorso novembre anche per tutti gli abbonati a Google Stadia: l’obiettivo qui è analizzare l’evoluzione del titolo e capire quanto sia effettivamente cambiato dal lancio. Magari aiuterà qualche indeciso, e in tal caso ci piacerebbe moltissimo ricevere un feedback in merito!
Il primo upgrade dei contenuti
Star Wars Jedi: Fallen Order ha ricevuto un sostanziale aggiornamento dei contenuti il 4 maggio dello scorso anno. Una parte di questo upgrade riguarda la modalità Addestramento alla meditazione, cui si accede attraverso i punti di meditazione disponibili durante il gioco: si tratta di sfide contro tutti i tipi di nemici, bossfight incluse, suddivise nelle due categorie Sfide di combattimento e Griglia di battaglia. La prima è in sostanza la classica sfida a ondate ed è pensata per essere affrontata nell’endgame, quando Cal è dotato di ogni abilità disponibile, e per ogni scontro si può scegliere uno scenario tratto dai differenti set in cui è ambientato il gioco. In totale ci sono 12 sfide di questo tipo, ciascuna delle quali ha un punteggio di completamento da una a tre stelle: una per portare a termine lo scontro, due per farlo senza cure e tre per raggiungere lo stesso obiettivo senza subire alcun danno (!). La modalità Griglia di battaglia, invece, è meno ordinaria: il giocatore qui crea il suo scontro personalizzato, impostando non solo il setting, ma anche eventuali modificatori alla difficoltà della sfida, oltre al posizionamento, al numero e alla tipologia di avversari. Tra questi se ne possono selezionare anche alcuni “speciali”, come lo stesso Cal Kestis versione Inquisitore o il suo vecchio maestro Jaro Tapal.
L’upgrade in questione aggiunge inoltre la modalità New Game +, richiesta a gran voce dagli utenti del gioco. Ciò permette di ricominciare l’avventura mantenendo i collezionabili acquisiti durante la partita precedente, ma non gran parte dei poteri del Jedi, per esigenze di trama. L’avvio della nuova partita, inoltre, sbloccherà per Cal l’uniforme da Inquisitore e il cristallo kyber rosso in abbinamento.
Star Wars Jedi: Fallen Order in retrocompatibilità
Lo scorso novembre è arrivata la next gen: solo i più fortunati, a causa della limitazione delle scorte provocata dalla pandemia, sono riusciti ad accaparrarsi una PlayStation 5 oppure una delle due Xbox Series (X/S). È ben noto che la nuova ammiraglia di Sony sia retrocompatibile con i giochi della precedente generazione, mentre le nuove pupille della casa di Redmond lo sono addirittura con tutti quelli pensati per girare su Xbox. Parliamo in questo caso di supporto fisico ai vecchi titoli, senza nemmeno arrivare a menzionare l’eccellente Game Pass di Microsoft o l’ancora titubante PS Now di Sony. Molti titoli hanno ricevuto degli upgrade per incrementare le performance sulla ormai “corrente” generazione di console: tra questi rientra Fallen Order, che è stato aggiornato lo scorso gennaio. Vediamo cosa è cambiato, entrando nel merito di alcuni dettagli tecnici.
- Su PlayStation 5, Xbox Series S e Xbox Series X (in quest’ultimo caso ci riferiamo alla Modalità Prestazioni) il framerate è stato incrementato a 60 FPS: data l’evidente ispirazione di Fallen Order al genere soulslike, questo non può che essere un bene, consentendo (tra le altre cose) di parare con la spada in maniera più precisa.
- Su Xbox Series X è stato aggiunto il ridimensionamento dinamico della risoluzione nella fascia 1080p – 1440p in Modalità Prestazioni e 1512p – 2160p in Modalità Normale. Questo processo gestisce la risoluzione delle aree dello schermo in maniera intelligente, ad esempio abbassandola nelle zone di più difficile elaborazione, a vantaggio di un framerate più stabile.
- Su PlayStation 5 e Xbox Series X in Modalità Normale il post-processing (ovvero l’insieme delle tecniche usate per migliorare la qualità di un’immagine in seguito all’elaborazione o riproduzione della stessa) è stato incrementato rispettivamente a 1440p e 4K.
Tanta, tantissima roba quindi, che permette di godere di un’esperienza certamente migliore rispetto al periodo di lancio del titolo. Ma le novità non finiscono qui!
Verso le edizioni native PS5/Xbox Series?
A quanto pare l’USK (organizzazione tedesca che classifica i videogiochi attraverso la suddivisione in fasce d’età, proprio come il PEGI nel resto d’Europa) ha recentemente schedato le versioni PS5 e Xbox Series di Star Wars Jedi: Fallen Order.
Si tratterebbe cioè di versioni del gioco native per le console di attuale generazione. Naturalmente, a parte questo indizio che fa ben sperare, è opportuno ricordare non c’è ancora alcuna ufficialità in merito: attualmente in Respawn ed Electronic Arts tutto tace, ma se e quando ci saranno novità noi saremo qui per segnalarvelo!
È indubbio che Star Wars Jedi: Fallen Order sia una piccola pietra miliare nel panorama videoludico legato all’omonima saga. Onestamente facciamo fatica a credere che il brand non verrà sfruttato ulteriormente in futuro, ma come tutti i sequel un eventuale Fallen Order 2 avrà l’arduo compito di migliorare il precedente capitolo sotto ogni aspetto. Aspettiamo fiduciosi!
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