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The Bad Batch: cloni e veterani nel mondo di Star Wars

Come The Bad Batch racconta la nostra società e il “dopo” guerra.

Con il ritorno di Star Wars:The Bad Batch questa settimana per la sua terza e ultima stagione, il mondo di Star Wars affronta ancora una volta, in modo coraggioso e senza nascondersi, un tema attuale che permea la società americana (e non solo) contemporanea: cosa succede ai soldati, in questo caso i cloni, dopo la fine della guerra? 

i 5 cloni della bad batch: Crosshair, Echo, Tech, Hunter e Wrecker su Camino

La politica e la guerra nella Galassia lontana lontana

Uno dei temi principali di Star Wars è sempre stata la critica sociale e politica, soprattutto se riferita alla società americana: questo è sempre stato evidente sia nella trilogia originale che in quella prequel.

Diversissimi e ancora oggi molto discussi sono i riferimenti ai conflitti, in Vietnam prima e l’Iraq e Afghanistan dopo, inseriti nella saga ed esplicitati da George Lucas stesso in diverse interviste. D’altronde il termine “guerra” è contenuto nel nome stesso dell’opera!

The Bad Batch tra l’eroe errante e l’A-Team degli anni 80

The Bad Batch segue il tropo narrativo dell’eroe errante, già presente in diverse serie e film tra cui Il Fuggitivo e Kung Fu, ma soprattutto si rifà, secondo Darren Mooney, alla celebre serie degli anni ’80 A-Team.

In The A-Team un gruppo di veterani dei corpi speciali che ha combattuto nella guerra del Vietnam si trasforma in un gruppo di fuggitivi che scappa dalla legge attraversando l’America. Vi ricorda qualcosa o meglio qualcuno?

i membri della bad batch fanno il saluto militare

I cloni della Bad Batch dopo aver combattuto nella Guerra dei Cloni si ritrovano senza una casa, che verrà poi distrutta per sempre, e saranno costretti a vagare di sistema in sistema, nel Marauder, una nave spaziale da guerra trasformata in casa, mentre cercano lavori occasionali che gli permettano di sopravvivere, portando sul proprio corpo i segni della guerra, come Echo, ormai più macchina che uomo, o Wrecker

Cloni e veterani dalla Repubblica all’Impero

Come milioni di veterani nel nostro mondo, anche i cloni si ritrovano, scomparsa la Repubblica, in una società che non solo non ha più bisogno di loro, ma che non ne riconosce i sacrifici e il valore, per la quale rappresentano un peso economico e un fastidioso “memento” che si vuole solamente dimenticare. 

Per l’Impero, questi soldati non sono altro che una proprietà, equipaggiamento usato e in fase di veloce deterioramento, da trattare come un oggetto di scarso valore e che non ha quella dignità concessa normalmente agli esseri umani.

Così, come nel nostro mondo, anche nella galassia di Star Wars i veterani diventano vittime di situazioni collaterali, dimenticati dalla politica e con una serie di problemi, tra cui il PTSD, causati dall’esposizione a violenze e atrocità. 

Crosshair sorregge il commilitone, Comandate Mayday, stremato nella neve

Dismessi senza nemmeno un ringraziamento per i loro sacrifici, ridotti a mansioni degradanti o costretti a compiere violenze inutili sui civili che avevano difeso fino a qualche mese prima, vediamo in The Bad Batch diversi cloni disertare o contestare apertamente gli ordini dei loro nuovi superiori.

Massacrati i Jedi con cui si era instaurato un rapporto se non egalitario comunque di rispetto e di fratellanza, ora comanda una nuova generazioni di ufficiali, esemplificata dal detestabile Tenente Nolan e dall’Ammiraglio Rampart, emblemi di quello snobbismo elitario tipico degli imperiali che vedono nei trooper semplice carne da macello.

Nell’episodio 12 della seconda stagione, “L’Avamposto“, Nolan sacrifica il valoroso comandante Mayday, perché per lui il clone altro non è che un oggetto rovinato e sacrificabile che disprezza e di cui non solo non riconosce l’umanità ma nemmeno il valore del servizio che l’uomo ha prestato per anni.

Nel 3° episodio della seconda stagione di The Bad Batch ritroviamo un volto noto delle Clone Wars: il comandante Cody, che aveva servito sotto Obi Wan Kenobi, e di cui non si era più saputo nulla post Ordine 66. Il fedele Cody è rimasto al servizio dell’impero ma ci viene chiaramente mostrato come il trattamento dei cloni e gli ordini dei suoi superiori facciano vacillare la coscienza del comandante, che non riuscendo a convivere serenamente con il suo ruolo e le conseguenze delle sue azioni, decide di disertare.

due soldati, Crosshair e Cody, parlano tra loro

I bravi soldati seguono gli ordini

Più di una volta viene sottolineato da Crosshair, unico clone della Bad Batch rimasto fedele all’Impero, che “i bravi soldati seguono gli ordini” ma come è evidente nell’arco delle prime due stagioni, i cloni non sono macchine ma esseri umani con una coscienza e, nonostante il chip inibitore, un loro arbitrio oltre ad una forte individualità.

Una delle domande poste da The Bad Batch infatti è strettamente legata alla convivenza tra l’obbedienza e la consapevolezza che gli ordini ricevuti sono moralmente sbagliati.

Nell’episodio 7 della seconda stagione – Il complotto dei Cloni vediamo Slip mentre sta bevendo insieme ad un commilitone, Cade, in un bar riservato ai cloni. E pronuncia una frase che immagino sia stata ripetuta probabilmente milioni di volte da milioni di soldati nel corso della storia: “stavamo solo obbedendo agli ordini“. Ma come gli risponde Cade, sebbene loro non siano cattivi sapevano che quello che stavano facendo su Famino era sbagliato.

due cloni di spalle al bar discutono con atteggiamento segreto

Per me, è incredibile come un tema così profondo venga affrontato così apertamente e con così tanto tatto in una serie animata che appartiene a un franchise considerato commerciale.

Ma The Bad Batch, come Andor, è un progetto profondo, simpatetico con la causa dei veterani e dei cloni, senza risultare apologetico nei confronti della guerra, anzi focalizzandosi su un aspetto spesso ignorato: il dopo. 

I diritti dei cloni e l’umanità negata

Uno dei miei personaggi preferiti di The Bad Batch, è la Senatrice Riyo Chuchi di Pantora che durante le Clone Wars si era occupata del conflitto su Orto Plutonia e che in questa serie rappresenta la principale oppositrice dell’Ammiraglio Rampart in Senato, oltre a diventare la paladina dei diritti dei cloni.

Rampart, su indicazione di Tarkin, vuole infatti sostituire i cloni con un nuovo esercito di volontari composta da “persone che combattano per le persone”, sottolineando ancora una volta come per il nuovo regime i soldati della ex Repubblica non siano veramente esseri umani.

la senatrice Rido Chuchi indica qualcuno mentre dibatte nel senato

Un elemento sottolineato già in The Clone Wars e in seguito anche in The Bad Batch è che diversamente dai droidi separatisti, i cloni sono dei veri e propri esseri umani, sebbene creati in laboratorio, con una personalità e dignità degna di rispetto e considerazione.

Questo è ancora di più evidente nei cloni dell’unità 99, la Bad Batch, che si differenziano dai “regs” sia per personalità che per aspetto fisico e potenzialità militari.

The Bad Batch: il costo della guerra

The Bad Batch è anche una storia sul costo della guerra, un costo sociale, etico e morale, oltre che ovviamente politico ed economico. Come abbiamo visto anche in Obi Wan Kenobi, la guerra ha conseguenze spesso ignorate volutamente sia dalla politica che dalla società e penso non ci sia nessun fan delle vere Guerre Stellari che non si sia commosso quando Obi Wan regala dei crediti ad un clone, interpretato da Temuera Morrison, costretto a mendicare per sfamarsi.

Temuera Morrison che interpreta un clone mendica, nella serie Obi Wan Kenobi

Attendo quindi con ansia la terza e ultima stagione di The Bad Batch per soffrire ed esultare insieme a Hunter, Wrecker, Echo, Rex e Omega mentre combattono contro l’indifferenza e crudeltà dell’Impero.

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