Skeleton Crew è finalmente approdata su Disney Plus, e dopo il parere in anteprima a cura del nostro Presidente, Roby Rani, è giunto il momento anche per il resto della redazione di poter vedere la serie e condividere le proprie impressioni! Scopriamole insieme!
Skeleton Crew: un prodotto dal sapore anni ’80 – Marco
L’hype per questa nuova serie è cresciuto piano piano, nel corso degli anni, dei mesi e delle settimane. Quando è stato rilasciato un primo teaser, alla Celebration dello scorso anno, è apparso chiaro che ci saremmo trovati di fronte a un tipo di serie nuova per Star Wars, dove i protagonisti sono dei bambini.
I dubbi e le speranze si sono accavallati continuamente, superandosi dopo ogni nuovo rumors. Le paure sono emerse prepotenti dopo la delusione di The Acolyte, ma con gli ultimi trailer e con alcune clip viste in anteprima alla Milano Games Week & Cartoomics, la positività è tornata a farla da padrone.
Alla fine, anche se parliamo solo dei primi due episodi, le mie speranze si sono tutte concretizzate, rendendomi di nuovo felice di essere un fan di Guerre Stellari. Skeleton Crew mi sta regalando un prodotto dal sapore anni ’80, un’avventura con protagonisti dei ragazzini, ma dalle atmosfere adulte, una scrittura finalmente attenta e all’altezza del brand.
Intendiamoci, non stiamo parlando di un capolavoro, ma di un prodotto con tutto quello che deve avere al proprio posto. I personaggi sono ben caratterizzati, ognuno con le sue peculiarità, credibili e perfettamente nel loro status di ragazzini (le scaramucce tra di loro sono deliziose e perfettamente coerenti). L’idea di trasportare i pirati dal mare allo spazio è geniale (anche se non originalissima) e le ambientazioni sono curate nei dettagli e molto ispirate (il porto spaziale è un piacere per gli occhi, tra navi, cavi di ancoraggio, reti, cambuse e ogni sorta di delinquente che si possa immaginare).
La storia inizia in modo semplice, ma più scorrono i minuti e più cominciamo a farci delle domande: perché nessuno è mai uscito dal pianeta At Attin? Perché ci sono delle sonde nell’atmosfera? Perché viene visto all’esterno come qualcosa di mitico? Perché c’è tanto mistero attorno al luogo di provenienza di questi ragazzini? Una narrazione finalmente attenta, senza sbavature eclatanti e con la capacità di spiegare coerentemente quello che succede. Anche le musiche sono gradevoli e accompagnano perfettamente le scene, non sono troppo invasive, ma sono necessarie a sottolineare quello che succede.
E infine c’è lui, Jude Law, che interpreta questo personaggio dai tanti nomi, ma che non è ancora ben chiaro chi sia realmente e che ruolo abbia e di conseguenza porta ulteriore mistero e curiosità in questa serie che è iniziata con il piede giusto e che spero prosegua su questa linea, mantenendo coerenza e attenzione ai dettagli.
Skeleton Crew ha creato un’aspettativa precisa e al momento l’ha soddisfatta – Fabio P.
Skeleton Crew nelle scorse settimane ci ha promesso avventure nello spazio in salsa Amblin e nei primi due episodi ce le ha consegnate senza ombra di dubbio. I quattro ragazzini sono ben caratterizzati – e ben interpretati – e le dinamiche che li portano a imbarcarsi in un’avventura decisamente fuori dalla loro confort-zone è raccontata bene. I sobborghi della tranquilla cittadina californiana dove vivono sembravano fuori posto già dai trailer, ma nascondono un un mistero ben più grande di una nave pirata sepolta nel bosco.
E poi ci sono i pirati e sono semplicemente perfetti. Il richiamo a L’Isola del Tesoro è telefonatissimo. Se si rivelerà un vero e proprio plagio pazienza, viviamo in tempi di sconcertante pigrizia narrativa, ma è un tale classico e funziona talmente bene adattato a Star Wars che ce ne faremo una ragione. Anche se potrebbe essere un tracobetto…
L’unica nota stonata […] è la colonna sonora. Niente di imperdonabile, ma nemmeno di memorabile. Ma siamo presi bene, diamole tempo.
Insomma, Skeleton Crew ha creato un’aspettativa precisa e al momento l’ha soddisfatta: ragazzini catapultati in una galassia più grande della loro immaginazione, pirati e avventure. Difficile che i bambini degli anni ’80 e ’90 non stiano volando. Possibilissimo che Skeleton Crew riesca ad arruolarne di nuovi.
L’attesa per Skeleton Crew è stata ampiamente ripagata – Kiurlo di Mare
Premessa obbligatoria: ero già carico a pallettoni non appena ho letto, per la prima volta, una cosa del tipo “Arrivano i Goonies in Star Wars”. Certo, la paura era tanta, dopo le esperienze diciamo non troppo entusiasmanti delle ultime serie targate Star Wars, ma dopo questi due primi episodi di Skeleton Crew posso serenamente affermare che l’attesa è stata ampiamente ripagata.
Potrei accodarmi a chi ha già espresso come sembra tutto essere finalmente “al posto giusto” in questo inizio di stagione: ottimo ritmo, protagonisti azzeccatissimi, location affascinanti, messa in scena perfetta, una sceneggiatura semplice ma ben scritta, (giovanissimi) attori in stato di grazia e tanti, tanti, tantissimi pirati! Arr! Arr!
Potrei ripetere quello che sembra essere il sentiment generale del fandom, ma mi limito a osservare, rapito, lo sguardo e l’espressione di mio figlio di nove anni mentre guarda, mesmerizzato, un prodotto Star Wars come non avveniva ormai da anni, dai tempi delle trilogie con cui l’ho giustamente svezzato e delle prime stagioni del Mando.
I suoi occhi a cuore per Fern, i suoi sobbalzi nelle scene action, il suo coinvolgimento nel seguire questa adorabile Skeleton Crew sono una gioia sia per il bambino piccolo, sia per il bambino grande, me medesimo.
Questa è la (vera) magia di Star Wars.
Skeleton Crew ha trovato la giusta ricetta per offrire un prodotto di qualità – Cristiano
Un pianeta del tutto nuovo ed inusuale, At Attin, popolato da umani e alieni di ogni tipo; una società variopinta, ma rigidamente controllata da un misterioso Supervisore e da schiere di droidi; una Grande Opera a cui i cittadini devono contribuire; la Barriera un sistema di difesa planetaria, che cela At Attin alla galassia.
Prendiamo tutto questo e guardiamolo attraverso gli occhi di 4 ragazzini, diversi tra loro: Wim il sognatore, Neel l’amico fedele, la ribelle e scaltra Fern, KB razionale e pragmatica. Guardiamo con attenzione, caliamoci nei panni dei giovani protagonisti, bravissimi nel ruolo e già ben caratterizzati, e lasciamoci di nuovo, finalmente direi, sorprendere dalla meraviglia della scoperta, del viaggio e dell’avventura.
I primi due episodi di Skeleton Crew non deludono, mantengono fede alle promesse e alle vibes che si intuivano nei trailer: un punto di vista fresco, in parte inedito, quello dei giovani ragazzi ignari della vastità che li circonda. Una messa in scena curata, una scrittura lineare e semplice, ma ragionata e quindi efficace, si lasciano apprezzare fin dai primi minuti di Skeleton Crew.
La cura con cui viene ricercata quell’atmosfera tipica dei film americani degli anni ’80, non può non fare colpo su chi oggi è adulto, ma ricorda ancora la magia di quelle avventure legate alla propria infanzia (i Goonies, E.T., The last starfighter etc…). Similmente non può lasciare indifferente un amante di Star Wars, la ricchezza e l’eleganza con cui si susseguono citazioni e easter eggs legati alla saga e al franchise, sia Canon che Legends.
A tutto questo aggiungiamo ancora un altro gustoso ingrediente: i pirati! Pirati spaziali quanti non ne avete mai visti in Star Wars, umani, alieni, sporchi, rozzi, violenti quindi bellissimi e perfetti nel loro piratesco stile di vita! E poi navi, blaster e props di ogni genere, Porto Borgo è una meraviglia per gli occhi, la Tortuga nella galassia lontana lontana… e già non ne possiamo più fare a meno.
Tirando le somme sembra che, finora, il team dietro lo sviluppo di Skeleton Crew abbia trovato la giusta ricetta per offrire un prodotto di qualità assolutamente soddisfacente; dopo le recenti delusioni, vedere che, per il momento, tutto sembra funzionare, lascia ben sperare per i prossimi episodi. Staremo a vedere, intanto godiamoci il momento e un po’ di vibrazioni positive!
Skeleton Crew è uno specchio della nostra memoria – Rebecca
Non ti va mai di fare qualcosa di esaltante? Una domanda che è stata il motore per generazioni di fan – bambini, ragazzini – che si sono avvicinati per la prima volta a Star Wars. Era sicuramente il mio, che a 9 anni sognavo una corsa sugli speeder tra i boschi di Endor o una fuga rocambolesca su Naboo, e per qualche strana ragione ritenevo che potesse essere realmente possibile.
Skeleton Crew è uno specchio all’interno della nostra memoria, ci ricorda perché amiamo Star Wars e cosa ci ha condotto fin qui, oggi. Certo, è un po’ presto per parlare in assolutismi, siamo ancora ai primi due episodi e non sappiamo come la storia si concluderà e se sarà coerente a se stessa, ma quel motore più profondo che muove i bambini protagonisti è lì, e non è un qualcosa che si può modificare o eliminare all’improvviso.
Ho sempre avuto fiducia in Jon Watts e, ad essere sinceri, sappiamo bene quanto sia sinceramente speranzosa ad ogni prodotto in uscita. Il mio unico rammarico è di dover ancora attendere prima che una storia realmente importante, intrecciata e nuova in un periodo inesplorato possa avere il successo che merita; nel frattempo accontentiamoci di una storia semplice, che fa ritornare i fan all’ovile e ci ridona speranza. Forse è questo quello che mancava, prima del “grande salto”.
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