RecensioniThe Acolyte - La multirecensione della prima metà della serie (ep.1/4)

The Acolyte – La multirecensione della prima metà della serie (ep.1/4)

La recensione cumulativa dei primi quattro episodi di The Acolyte, la nuova serie in live action targata Star Wars. A cura della redazione di EmpiRa

The Acolyte – La recensione cumulativa di metà stagione (episodi 1 / 4) a cura della redazione di EmpiRa

Vi ricordiamo che le recensioni possono contenere spoiler!

Manuel Bettuzzi

The Acolyte fa parte dei sopravvissuti dell’ormai leggendario Investor Day.
Presentata ufficialmente alla Star Wars Celebration di Londra dove ha lasciato tutti quanti a bocca aperta con una presentazione mozzafiato, ma nella realtà non sembra essere andata così bene per tutti.

The Acolyte è una serie molto particolare, non solo perché segna l’esordio in live action dell’Alta Repubblica, ma per come è realizzata. L’idea dietro la serie è fichissima, una storia di vendetta e di mistero che coinvolge due gemelle e un gruppo di Jedi che sembrano avere qualche cosa di tremendo da nascondere.

Personalmente amo questa idea che queste prime quattro puntate portano avanti in maniera comunque molto buona, ma purtroppo si scontrano con leggerezze e una mancanza di regia importante. The Acolyte è l’esempio di come non è “il cosa” racconti, ma il “come” lo racconti che conta.

Nonostante i personaggi siano ben delineati, ben scritti e seguano perfettamente il loro corso, le loro scelte a volte risultano troppo frettolose, soprattutto quando si parla di decisioni che possono capovolgere il personaggio stesso e la storia. Sotto questo aspetto credo che la serie si un grandissimo “che peccato”.

Nonostante questo però, The Acolyte mi piace molto, mi tiene incollato allo schermo, regolandomi emozioni e riportandomi a casa e comunque tenendomi sempre dentro alla storia.

Le ambientazioni sono incredibili, nuove, credibili e tangibili. I costumi e le props sono ben fatte, costruite per trasmettere l’era in cui si svolge la serie. Tutto quanto mi fa capire che parliamo di un periodo precedente a quello “classico” di Star Wars, cosa in cui la sequel aveva fallito miseramente. Raccontare un periodo storico che si distacca dalla linea di narrazione principale non è facile, ma The Acolyte ci riesce alla grande.

Un altro grande pregio di The Acolyte sono i personaggi. Nuovi, ben scritti e con una propria identità. Inutile citare il maestro Sol, Yord, Osha che sono decisamente una boccata di aria fresca per i personaggi delle serie TV Star Wars, parliamo anche dei personaggi secondari come le madri delle gemelle o semplicemente Bazil.

Insomma, diciamo che in parte la serie mantiene quello che aveva promesso: una bella storia di mistero nell’Alta repubblica, con un cattivo misterioso che sembra promettere davvero scintille nelle prossime puntate.

Sono davvero molto, molto curioso di vedere come questa serie continuerà e risolverà i suoi misteri, sicuramente spero in una narrazione più matura e ragionata che per ora è l’unica cosa che riesco ad imputare a questa serie.

Mi aspetto sorprese e grandi plot twist, quindi dita incrociate per la loro realizzazione e avanti tutta.

Rebecca Micol Sergi

The Acolyte è il nuovo prodotto Star Wars targato Disney Plus, e il primo che riesce finalmente a farci respirare l’essenza “originale” della Saga degli Skywalker. Certo, The Mandalorian, Ahsoka, The Bad Batch, sono tutti prodotti che ci hanno permesso di ampliare la nostra conoscenza della Galassia e a guardarla attraverso punti di vista diversi. Ma è con The Acolyte che Star Wars torna alla sua forma più classica: i Jedi, il Tempio, Coruscant, gli intrighi con il Senato.

La storia ci trasmette in maniera chiara il momento storico in cui ci troviamo: mentre anche nella Nuova Repubblica la Galassia sta cercando di risollevarsi e lo stile è ancora dimesso, è piacevole tornare allo sfarzo dell’era della Repubblica, gli ultimi giorni in cui Senato e Ordine degli Jedi operano in equilibrio, prima che arroganza e corruzione prendano il sopravvento.

Le lezioni dei Giovani Padawan, le tuniche Jedi, la cieca obbedienza al Cammino Jedi: questa è la Saga che abbiamo imparato ad amare! Allo stesso tempo l’ironia e la sfacciataggine di una nuova generazione, che non può non incuriosirmi e farmi chiedere quale sarà il loro epilogo negli anni a venire.

Anche la storia è chiara e lineare, e nella sua semplicità nasconde sicuramente qualche sorpresa. Allo stesso tempo, tuttavia, pecca di ingenuità nel non spiegare troppo in profondità determinate dinamiche tra i personaggi, come tra le sorelle che stanno per ricongiungersi.

Volendo trovare un ulteriore difetto, il taglio finale degli episodi, troppo veloce e repentino nel momento in cui la puntata ti sta realmente coinvolgendo.

In conclusione, The Acolyte è piacevolmente sorprendente, tocca tanti aspetti stilistici della Trilogia Prequel a cui la nostra generazione è molto affezionata, e sono pronta a stupirmi su quale sarà il prosieguo degli eventi che ci condurranno al finale!

Marco Puglia

Era il 10 dicembre 2020 quando, per la prima volta, veniva annunciata una futura serie incentrata sul potere del lato oscuro. Molti di noi si dimostrarono subito molto eccitati, io invece accolsi la notizia senza troppi slanci, c’erano altri prodotti che aspettavo e questa idea non mi sembrava così interessante… questo fino al 4 maggio di quest’anno.

L’uscita del primo trailer ha dato concretezza a questo nuovo mondo (non essendo stato alla Celebration, ho potuto vederlo solo dopo parecchi mesi) e mi sono ritrovato con l’hype che piano piano cominciava a crescere. Gli scontri molto kong-fu style e alcuni personaggi in particolare, stavano catturando la mia attenzione.

Per dare un contesto, la serie si inserisce in un progetto più ampio definito Alta Repubblica, che comprende soprattutto libri e fumetti. Con questa uscita televisiva veniva dato corpo a personaggi e ambientazioni collocate centinaia di anni prima rispetto ai film visti al cinema. Un periodo lontano da quello che conoscevo e forse per questo lo giudicavo, inizialmente, poco interessante.

Nonostante l’effetto positivo del trailer, l’impatto con i primi episodi non è stato esplosivo, sicuramente lontano dal livello di Andor e di The Mandalorian, ma la sensazione generale è stata comunque positiva, ci sono tante idee e spunti che sembrano avere molto potenziale e la curiosità per questo nuovo corso di Star Wars, genera un certo appeal.

L’incipit della storia è intrigante, sostanzialmente un investigativo, dove alcuni Jedi, rappresentati come una sorta di polizia che si occupa di mantenere l’ordine, vengono chiamati a risolvere un crimine apparentemente semplice, ma che nasconde qualcosa di più complesso.

I personaggi, non pochi, hanno una loro personalità, ognuno con le proprie peculiarità, i punti di forza, ma anche le proprie debolezze. Si percepiscono le relazioni, alcuni sottintesi e il fatto che non è tutto alla luce del sole, nemmeno per un ordine che dovrebbe essere paladino della giustizia e della verità. Un plauso particolare mi sento di rivolgerlo all’attrice Amandla Stenberg, interprete di entrambe le gemelle e proprio per questo incaricata di interpretare sia il personaggio buono che quello cattivo, non è mai semplice per un attore e fino a ora l’ho vista in parte, in entrambi i ruoli.

Un altro aspetto che ho apprezzato è quello relativo ai combattimenti, molto ben coreografati, dove le arti marziali prevalgono sull’uso delle spade laser, come se queste ultime fossero armi da usare solo in casi estremi. I giovani cavalieri sono più propensi a brandirle rispetto ai maestri, forse come segno distintivo tra le vecchie e le nuove generazioni.

Anche le scenografie e i costumi sono un punto a favore di questo progetto. Tutto sembra curato nei dettagli e nel corso di questi primi episodi scopriamo diversi pianeti con le proprie popolazioni, specifiche ambientazioni, alcune urbane, altre selvagge ed emergono alcune idee tanto nuove quanto interessanti come i templi Jedi dislocati nelle varie comunità, proprio come se fosse un credo diffuso e conosciuto.

Una serie tv però non è solo idee, ambientazioni, scenografie e costumi, un prodotto del genere deve saper raccontare quello che ci viene presentato e The Acolyte non lo sta facendo in modo sufficiente, almeno per i miei gusti.

La narrazione è troppo veloce e superficiale, i dialoghi sono basici e a volte banali e non riescono a trasmettere completamente il phatos di certe situazioni.

Per fare alcuni esempi che secondo me sono molto indicativi: il flashback sulla congrega delle streghe che racconta il passato delle due gemelle presenta davvero tante idee interessanti come la forza paragonata a un filo, ma il modo in cui se ne parla è molto deficitario. E’ sicuramente possibile raccontare bene i fatti in poco tempo, ma qui si sono scelte soluzioni che non raggiungono assolutamente il loro obiettivo. Inoltre, il casting delle due bambine non è stato molto felice, non riescono a essere incisive e a trasmettere le loro emozioni allo spettatore

Altro esempio lampante è il cambio di prospettiva di Mae nella foresta, durante la ricerca di Kelnacca, un momento davvero imbarazzante che non ho davvero compreso. Sembrano situazioni raccontate a un pubblico di bambini, dove i fatti accadono rapidamente e a volte in maniera forzata perché il tempo a disposizione è poco e, tutto sommato, a quel tipo di pubblico non serve spiegare tutto.

Tutto questo è un vero peccato, perché finalmente ci si poteva distaccare dai soliti personaggi e affrontare un periodo interessante e molto vasto. Rimangono comunque tanti interrogativi e aspetti interessanti che mi spingono a voler proseguire la visione, con la speranza che nella seconda parte ci sia un cambio di passo e la narrazione torni a essere una delle protagoniste.

Un ultimo pensiero mi sento di farlo riguardo alle polemiche che hanno accolto questa serie, ancora prima della sua uscita e che continuano ancora, portando il suo apparente gradimento ai minimi storici. Le accuse di essere un prodotto estremamente politically correct e la parola “woke”, troppo spesso usata a sproposito, non riesco proprio a comprenderle. Certamente la sua autrice ha spinto, a volte anche ironicamente, su alcuni aspetti, ma non ho visto nulla che mi abbia disturbato; ci sono situazioni che, giustamente, ormai sono diventate la normalità e che non dovrebbero influire sul giudizio della serie. I problemi non sono certi questi.

Come ho detto, possiamo parlare di sceneggiatura, messa in scena, regia, ma non credo che abbia bisogno di essere criticata perché in una congrega di sole donne, due di queste hanno una relazione!

Voto finale: 6,5

Fabio Pupin

The Acolyte ha ottime premesse, da un certo punto di vista tra le migliori degli ultimi anni. Personaggi “nuovi” e un’epoca inesplorata, al tramonto di un’Alta Repubblica che conosciamo solo attraverso una serie di libri/fumetti. Ci sono altri modi di usare la Forza, innaturali ma non (ancora) oscuri, se non attraverso la lettura che ne dà l’Ordine dei Jesuiti, interessantissimi nelle loro sfaccettature, fino a quella di insopportabili zeloti e sbirri presuntuosi. C’è il germe del loro fallimento, c’è la premessa di una minaccia fantasma. E c’è spazio per una serie di novità, dal Force-Fu, ai design inediti di location e veicoli, ai costumi. C’è l’espediente di una serie di jedicidi da risolvere e di misteri che riemergeranno dal passato, come macchie sulle vesti immacolate dei responsabili.

L’esecuzione però, in questi primi quattro episodi, non è sempre all’altezza. La tensione è poca. I personaggi non riescono a essere del tutto convincenti. I momenti imbarazzanti in cui cerchiamo il telefono per cazzeggiare durante la visione superano quelli in cui stringiamo i braccioli del divano. I tentativi di depistarci, di farci credere che l’ovvietà delle vicende narrate nasconda ben altro, reggono solo nella misura in cui siamo disposti a metterci tutta la nostra buona volontà. C’è poco altro da dire. Se non fosse Star Wars difficilmente staremmo qui anche solo a parlarne. E quindi ci ritroviamo come sempre a dividerci tra chi mette al primo posto il suo amore per la saga, a qualunque costo, e chi non si accontenta e, comprensibilmente, ne esce frustrato. In questo The Acolyte è Star Wars al 100%.

Nell’oasi felice di Empira non possiamo nemmeno distrarci con la polemica sul woke che, nel caso di The Acolyte, continua a offrirci la grande opportunità di ridere guardando l’abisso. Sicuramente anche tra noi ci saranno dei maschietti repressi. Ecco, magari non al punto di credere che il piano di Disney sia di bruciare l’Occidente con fiamme arcobaleno, ma è purtroppo una probabilità. Ma se ci sono, fortunatamente non sono pervenuti. C’è invece una meravigliosa voglia di stare sul pezzo, di pragmatismo, di criticare con il cervello acceso, di scherzarci sopra tantissimo e benissimo, di trollarci amichevolmente e di rimanere lucidi – tutto nella norma, se non fossimo accerchiati da un fandom che andrebbe fatto brillare con la dinamite.

Qualunque cosa succederà nei prossimi episodi io mi voglio tenere la rassicurante sensazione di essere almeno nel posto giusto per godermi lo spettacolo.

Series – The Acolyte, le nostre dirette dedicate alla nuova serie in live action Star Wars

Riguarda gli episodi di approfondimento con le nostre dirette in streaming dedicate a The Acolyte, la nuova serie in live action targata Star Wars e la prima ambientata nel periodo dell’Alta Repubblica

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