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Il futuro di Star Wars passa da Rey Skywalker?

Un articolo dell’Hollywood Reporter definisce Rey Skywalker come “il bene cinematografico più prezioso” che la saga ha al momento.

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Dopo l’annuncio del 7 novembre di una nuova trilogia ad opera del potente executive hollywoodiano Simon Kinberg, sono usciti rumour più o meno veritieri su siti e social riguardo al futuro della saga di Star Wars e soprattutto sul ruolo di Rey.

Il giornalista dell’Hollywood Reporter, Boris Kyt, ha pubblicato il 12 novembre un articolo in cui, citando alcuni insider e fonti vicine alla Lucasfilm, conferma non solo la centralità di Rey Skywalker nel futuro del franchise e sul grande schermo, ma anche la “non cancellazione” di alcuni progetti che erano ormai stati dati per dispersi (e si, stiamo parlando di te, Rogue Squadron di Patty Jenkins).

Rey, l’asset più prezioso, e la Saga degli Skywalker

Rey viene definita da Boris Kyt come l’asset più prezioso nell’arsenale cinematografico di Star Wars, una pedina fondamentale per il futuro della saga. Una fonte interna definisce il personaggio come “il bene cinematografico più prezioso, forse l’unico che Star Wars possiede al momento“, considerando Il Mandaloriano e Grogu come creazioni “televisive” legate a Disney+, nonostante l’ormai vicino test sul grande schermo con il film di Jon Favreau in uscita nel 2026.

Sicuramente in Lucasfilm le discussioni riguardo al futuro di Rey e della storia familiare iniziata da Lucas negli anni ’70 sono all’ordine del giorno: con la carenza di personaggi classici tra morti e storie esaurite è necessario decidere se continuare o meno la Saga degli Skywalker.

Se, come sembra, Kinberg lavorerà su quelli che diventeranno episodio X, XI e XII allora si non potrà fare a meno di Rey come collante, andando a smentire però se stessi dal momento che Lucasfilm e Disney avevano promosso Star Wars: Episodio IX – L’ascesa di Skywalker nel 2019 come la conclusio della storia degli Skywalker. Potrebbe aver inciso su questo ripensamento il fatto che il film non sia stato apprezzato da una buona fetta di pubblico, attestandosi sul 51% di gradimento su Rotten Tomatoes.

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Il ritorno della Jedi: ma come e quando?

Il ritorno di Rey, interpretata dall’inglese Daisy Ridley, è stato annunciato in pompa magna alla Star Wars Celebration di Londra nell’aprile 2023, con un film standalone. Questo film, con la regia di Sharmeen Obaid-Chinoy, risulta attualmente in fase di sviluppo, nonostante dovesse essere già in fase di produzione, ma al momento è senza sceneggiatore. Inoltre non è chiaro né ai fan né agli addetti ai lavori dove e come si posizioni questo film in rapporto alla nuova trilogia, appena annunciata, sia a livello di timeline che di storia né quando incominceranno le riprese.

È probabile che la proposta di Kinberg sia stata coerente e convincente per Lucasfilm che è alla ricerca di progetti che facciano avanzare il personaggio di Rey, ma Boris Kyt scrive di una lotta tra i diversi registi per accaparrarsi i personaggi e secondo alcune delle sue fonti ci sarebbe l’intenzione di usare il personaggio della Ridley in diversi film anche se non viene specificato in quali.

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Lo sviluppo in casa Lucasfilm: tra critiche e mancanza di programmazione

Il metodo con cui Lucasfilm lavora a Star Wars (o la sua mancanza) è ormai oggetto di critiche e scrutinio da diversi anni, soprattutto perchè non sembra che siano state prese delle decisioni circa il futuro del canone e la strada che si vuole intraprendere: con Luke, Leia, Vader, Obi-Wan, Yoda e Han morti o con le loro storie esaurite tra prequel o spin-off, “Il magazzino è un po’ vuoto”, dice un’altra fonte di Kyt. Rey è al momento considerata l’unico personaggio con un certo peso cinematografico che possa fare la differenza al box office.

Certamente il modo in cui vengono sviluppati i diversi progetti all’interno della compagnia di San Francisco è peculiare, anche per Hollywood, e risulta abbastanza incomprensibile anche a diversi addetti ai lavori. Ci sono progetti in fase di development che si sovrappongono nell’uso dei personaggi – come quello di Rey- o per linea temporale: questi progetti non sono collegati tra loro ma potrebbero influenzarsi se uno uscisse prima dell’altro. Al momento, solo il film di James Mangold Dawn of the Jedi, che si svolge molto prima degli Skywalker, potrebbe essere temporalmente indipendente dagli altri progetti in sviluppo.

Lucasfilm non sembra aver imparato dagli errori commessi durante la Sequel e anzi, secondo il giornalista dell’Hollywood Reporter, sembra che alcuni registi siano a conoscenza e abbiano informazioni sui progetti a cui stanno lavorando gli altri, altri no.

Kathleen Kennedy con lo slate Disney+

I progetti “confermati”

Ufficialmente questi sono i progetti in fase di sviluppo e confermati:

  • Taika Waititi – progetto senza titolo
  • Shawn Levy – progetto senza titolo
  • Sharmeen Obaid-Chinoy (regia) – New Jedi Order
  • James Mangold – Dawn of the Jedi
  • Donald Glover – Lando (da Disney+ a film con uscita al cinema)
  • Rogue Squadron – ancora in sviluppo come film ma non è chiaro se con Patty Jenkins o meno.

Un insider che conosce da vicino il modo di lavorare di Lucasfilm ha dichiarato: “È un modo diverso di fare sviluppo. C’è così tanto lavoro che avviene in parallelo nello stesso momento”.

Il nuovo Nuovo Testamento:

Star Wars è qualcosa di unico, sia per i fan che per gli addetti ai lavori, è un film che va oltre il brand e il franchise avvicinandosi a una religione: non è come Marvel o DC, che hanno decenni di storie e materiali a cui attingere per andare avanti, o come Harry Potter, che ha una storia ben definita. Star Wars ha come cuore e origine il lavoro di George Lucas: se la la prima trilogia è il Vecchio Testamento, la prequel è il Nuovo. E la sequel? Dove si inserisce la storia di Rey in questo contesto?

Una fonte che ha lavorato precedentemente ai film ha definito il compito assegnato a Kinberg così: “Ti viene chiesto di creare il nuovo Nuovo Testamento. E nessuno riesce a mettersi d’accordo su nulla, ci sono molte incertezze sui significati.”

Mentre un’altra fonte, più orientata all’aspetto business del franchise, sostiene che : “Star Wars è un’impresa basata sulla nostalgia e stanno esaurendo i modi per creare nostalgia.”

Secondo alcuni di questi insider, i problemi sono maggiormente evidenti per quanto riguarda il lato cinematografico: nelle serie di Disney+ sembra che sia stata data molta più libertà creativa nell’espandere l’universo di Lucas, con una gamma più vasta che comprende, nel bene e nel male, un po’ di tutto. Da Andor (la seconda stagione arriverà ad aprile) a The Acolyte (che non avrà una seconda stagione), oltre ad Ahsoka di Dave Filoni, il Chief Creative Officer di Lucasfilm e a Skeleton Crew (in uscita a dicembre).

Per l’insider intervistato da Kyt: “Creare dei film standalone o continuare la Saga degli Skywalker in qualsiasi forma è una questione fondamentale che la compagnia si trova ad affrontare mentre cerca di andare avanti.”

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