Ritorna la nostra approfondita disamina settimanale degli episodi di questa seconda stagione di The Mandalorian. Oggi tocca al furioso 14° capitolo.
Ricordatevi che ci serve sempre il vostro aiuto! Per cui, se trovate curiosità o easter egg che ci sono sfuggite, non esitate a segnalarcele e provvederemo ad aggiornare costantemente questo approfondimento.
The Mandalorian 2 Chapter 14: The Tragedy
Questa volta non è così facile trovare una fonte ben precisa ma ci proviamo comunque. Inevitabile non inserire alcune delle pellicole del regista di questo capitolo, Robert Rodriguez.
L’ormai consueto “Dank Farrik!” arriva subito ad inizio puntata. Din si sta divertendo con il piccolo Grogu; lo chiama più volte con il suo nome e sorride alla sua reazione di risposta. Poco dopo prende il pomello dalle sue piccole mani e prova a ripetere l’addestramento come su Corvus. Grogu richiama a se il pomello ed è qui che sentiamo esclamare l’imprecazione galattica ma non sembra di disappunto ma di esaltazione. Una sorta di “che figata!”. Si scusa poi con il piccolo per l’irruenza mostrata.
Din sembra essersi legato ulteriormente a Grogu ma sa di non potergli essere d’aiuto con l’addestramento Jedi, Grogu è troppo potente.
Con nostra grande sorpresa eccoci subito arrivare a Tython. Sorpresa perché credevamo ci fosse da aspettare il gran finale di stagione ma non è stato così.
Avendo visto la calotta glaciale meridionale del pianeta (nel fumetto Doctor Aphra), quello che vediamo non ci torna familiare, Tython non è infatti un pianeta glaciale ma è molto simile alla terra.
Ad essere onesti speravamo fosse più scenico e lussureggiante (come lo si vede nell’universo Legends), ma è anche vero che è un pianeta enorme e ne vediamo solo una piccolissima parte apparentemente isolata.
Detta come va detta però, la sensazione di un risparmio di budget in questo capitolo è molto forte, e non solo qui.
Ecco il megalite di cui parlava Ahsoka ed ecco la prima fortissima sensazione di deja vù con una struttura molto simile che è quella di Collevento de Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello e successivamente questo deja vù prenderà drammaticamente corpo.
Da segnalare anche la somiglianza di strutture terrestri e misteriose come la famosissima Stonehenge che evocano lo stesso tipo di misteri ancestrali e irrisolti come, in questo caso, la Forza e le sue molteplici connessioni.
Da appassionati di prop e di costumi non abbiamo potuto non notare questo assurdo cambio di elmo che avviene costantemente nella puntata e che ci conferma ancora una volta di quanto alcuni dettagli, importanti per altri, non lo sono per la produzione. Lo vediamo anche nel capitolo 9 questo problema, ma li era più un discorso di Elmo Stunt (morbido e resistente per gli urti) e di Elmo Hero (esteticamente più dettagliato e giusto per i primi piani).
Qui sono apparentemente solo elmi Hero, per cui la cosa si spiega ancora meno.
Non è la prima volta che vediamo poco impegno in questo campo da parte di Lucasfilm, anche in Rogue One infatti, l’elmo di Darth Vader visto nel trailer è stato montato e indossato evidentemente male a tal punto da modificare successivamente il difetto con l’aiuto della computer grafica.
Il Mando fa sedere Grogu al centro del megalite e poco dopo appaiono delle bellissime farfalle blu.
Questo tipo di farfalle fanno parte della fauna selvatica della Galassia. Non sembravo avere connessioni particolari con la forza ma le troviamo sia in questo capitolo che nel discusso numero 25 del fumetto Darth Vader, in cui la forza è presente. Ricordiamo che la forza è un campo di energia creato da tutte le cose viventi, farfalle comprese.
Ed eccola qua, la tanto attesa Slave I, la nave di classe Firespray 31 di proprietà di Boba Fett ereditata dal “padre” Jango Fett.
Secondo una leggenda il design particolare di questa nave prese ispirazione dalla coppa dei lampioni del parcheggio della Lucasfilm Ltd. ma in realtà non è così.
La forma principale deriva da una parabola radar circolare e semisferica ma passando di mano in mano dai disegnatori e progettisti del modello, quella forma circolare divenne ovale. Il problema riguardava un immagine che vista in prospettiva mostrava la Slave I con quella forma ellittica.
In realtà doveva essere circolare e con la base semisferica.
Grogu dopo qualche secondo si connette con il megalite e l’altare semisferico prende vita permettendo al piccolo trovatello di espandersi attraverso la forza.
La semisfera è adornata da una fascia con al suo interno alcune rune che ricordano moltissimo l’ur-Kittât, la lingua antica dei Sith.
Abbiamo cercato di tradurre e identificare alcuni dei caratteri presenti ma non sembra essere l’ur-Kittât.
Quel tipo di rune non sono nuove nella Galassia e, anche questa volta, le troviamo in alcuni concept del Tempio dei Massassi di Yavin 4 (La base dell’Alleanza Ribelle vista in Rogue One e Una Nuova Speranza).
Vediamo di nuovo gli stessi simboli nel Tempio Jedi di Lothal, nella serie Rebels e nel logo del videogioco Jedi Fallen Order, ma non solo.
Nello stesso videogioco interagiamo con delle sfere molto simili a quella che vediamo nel centro del megalite e sembrano riportare gli stessi simboli incisi.
Anche nel film L’Ascesa di Skywalker troviamo quel tipo di simboli, ma sono effettivamente rune ur-Kittât, la lingua antica dei Sith.
Torniamo sul piccolo e lo vediamo completamente espanso alla Forza.
L’immagine è molto potente e ci porta alla mente subito due momenti molto simili nella saga recentemente conclusa.
Luke che si espande per connettersi a Leia prima e per ingannare Kylo poi con una proiezione di se stesso.
Il secondo invece lo vediamo con Rey, durante l’addestramento per mano della Maestra Jedi Leia.
Din incontra finalmente il pilota della Slave I. E’ in effetti quello che tutti ci aspettavamo, ovvero il figuro che abbiamo visto nei momenti finali del capitolo 9, Boba Fett.
Durante la loro presentazione Boba si racconta usando due frasi già sentite, di cui una direttamente dal “Padre”, Jango Fett.
“Cerco modestamente di farmi strada nell’universo”
La presentazione finisce con il citare, invece, Luke Skywalker ne Il Ritorno dello Jedi.
“Come mio Padre prima di me.”
Insieme a Boba Fett ritroviamo la cecchina Fennec Shand, colpita a morte da Toro Calican nel capitolo 5 ma salvata dallo stesso Boba con la sostituzione cibernetica delle viscere addominali.
Questa pratica è uno dei tanti punti fermi della saga, e lo sappiamo tutti.
A quanto pare l’ormai leggendario Jeans Guy apparso nel capitolo 12 ha deciso di non abbandonarci e lo vediamo sfrecciare sul suo elicottero durante la scena della contrattazione tra Boba, Fennec e Din.
Fissate lo sguardo a sx del primo cerchio rosso, quello più piccolo. A partire dal minuto 10:48 lo vedrete arrivare dalla vostra sx da dietro i cespugli fino al cambio inquadratura.
Fate in fretta perché temiamo possa scomparire coma ha fatto lo stesso Jeans Guy.
Logicamente è uno scherzo il nostro di Jeans Guy, e vedere elicotteri o aerei nello sfondo capita molto spesso in questo genere di fiction. Il bello dello streaming (per loro) è che adesso possono sistemare questo genere di dettagli anche dopo il rilascio.
Mentre i tre si stanno accordando vediamo arrivare un veicolo strano che non promette nulla di buono. In un primo momento speriamo tutti sia il veicolo del misterioso Jedi che dovrebbe aver percepito Grogu, ma poi capiamo che altro non è che un Mezzo da sbarco delle truppe Imperiali, veicolo che non avevamo ancora visto nella saga.
Molto probabilmente è una versione precedente al Troop Trasporter da sbarco che vediamo utilizzare dal Primo Ordine, essendo effettivamente molto simili.
Altra similitudine tra i due mezzi riguarda l’evidente sbarco degli assaltatori.
Questo capitolo 14, verrà ricordato nella saga per l’inedita ma esaltante furia scatenata messa in scena dal leggendario Boba Fett.
Non capita spesso di vedere quel tipo di violenza e aggressività in un prodotto targato Star Wars e Disney, ma la regia di Robert Rodriguez e l’interpretazione di Tamuera Morrison non potevano che dar vita a questo adrenalinico e action capitolo 14.
C’è da dire che lo stesso Tamuera non è nuovo a quel tipo di “violenza” ed è molto difficile non associare questo Boba Fett al personaggio di Jack The Muss che abbiamo visto in Once were Warriors del 1994.
Tra le fila degli assaltatori vediamo anche il Capitano della squadra. Lo riconosciamo per il pauldron arancione sulla spalla destra che ne identifica il grado.
A differenza degli altri, la regia ci mostra che il capitano ha giustamente più esperienza tattica, portandolo a sacrificare uno degli assaltatori per poter individuare uno dei due cecchini nascosti.
Sembra un’assurdità ma è la prima volta in tutta la saga (live action) dopo i temutissimi Death Trooper, che assistiamo ad una dimostrazione tattica azzeccata e intelligente da parte di un assaltatore. E’ un capitano è vero, ma fateci caso.
Sembra ci sia l’intenzione di riabilitare (un minimo) la pessima fama degli assaltatori, almeno in questo capitolo… Poi alla fine muoiono tutti, ma quello è un altro discorso.
Lo stile di Robert Rodriguez si è palesato in questa bellissima scena action.
Fennec Shand si fa strada a forza di uccidere assaltatori, non sbaglia un colpo, ma sono sempre di più e deve escogitare metodi e trick sempre più difficili per poterne eliminare il più possibile senza soccombere.
In questa scena la vediamo saltare di schiena da un masso colpendo a sorpresa gli assaltatori alle sue spalle.
E’ in quel preciso momento che abbiamo capito che quel trick era il marchio di fabbrica o la citazione precisa del regista, ovvero Rodriguez, ancora anonimo in quel momento.
Sia in Desperado che in Once Upon a Time In Mexico vediamo “El Mariachi” (Antonio Banderas) esibirsi nello stesso identico salto all’indietro.
Da appassionati di costuming e prop questa è una delle chicche migliori del capitolo.
Durante la scarsissima campagna marketing per la serie era apparsa un’immagine del cartonato del Mortar Stormtrooper che inaugurava una nuova, ennesima categoria di assaltatori.
Dopo l’Incininerator Stormtrooper visto nel capitolo 8 (con la livrea rossa e il lanciafiamme) ecco lo specialista al mortaio. Stessa livrea ma di colore giallo.
La cosa più “entusiasmante” però, da fanatici del dettaglio quali siamo, è vedere come viene utilizzato il classico detonatore termico che solitamente vediamo fissato in fondo alla schiena di ogni assaltatore, dietro alla cintura. Se notate nello zaino (backpack) si possono vedere diverse cariche stoccate pronte all’uso.
Da segnalare anche altri Detonatori Termici C-25 (già visti in Rogue One e nel capitolo 12) sui fianchi del backpack.
Ritroviamo il temibile blaster a ripetizione E-Web, la Gatling della Galassia di Star Wars.
Visto per la prima ne L’Impero Colpisce Ancora e poi anche nei capitoli 1 e 8.
Premio per la citazione più evidente della puntata va a… Il masso che rotola giù dalla collina!
Dubito che ci sia qualcuno che non ha sobbalzato dal divano gridando “Indiana Jones!”, io l’ho fatto… 4 volte.
Ed ecco accadere quello che molti di noi aspettavano dal lontano Natale del 1978, anno in cui Boba Fett apparì in versione animata per la prima volta. Era il dispregiatissimo Star Wars Holiday Special, una sorta di musical natalizio terribile con tanto di cast al completo del primo Star Wars del 77.
Quella piccola parte animata mostrava questo cacciatore di taglie a cavallo di una creatura, armato del blaster a forchetta che hanno poi reinventato e dato in dotazione a Din Djarin.
Eccolo di nuovo con indosso la sua armatura, ed è bellissimo, spietato, potente, furioso, sovrappeso e con un carisma e una capacità di combattere che va oltre la più rosea aspettativa di tutti noi di EmpiRa.
Finalmente non è più quel personaggio affascinante che però vediamo troppo poco in azione.
Tutto questo vale sempre per i prodotti Live Action con attori in carne ed ossa.
E’ difficile mostrarvi questa citazione con delle immagini statiche ma ci proviamo lo stesso.
Boba Fett come Jango, rimette il blaster nella fondina dopo averla fatta roteare su se stessa, come un buon pistolero che si rispetti.
Citazione bellissima da I Magnifici 7, il leggendario film western del 1960.
Din si complimenta con Boba Fett per aver abbattuto i due trasporti imperiali:
- Din: Bella mira!
- Boba Fett: Avevo mirato all’altra.
Nel classico western, Britt (James Coburn), spara a un uomo da una lunghissima distanza.
Ma quando Chico (Horst Buchholz) gli dice che è il colpo più incredibile che abbia mai visto, Britt risponde:
- Il peggiore! Stavo mirando al cavallo.
Anche la scena è molto simile come potete vedere.
Ecco il disastro, ecco parte di quella tragedia anticipata dal titolo della puntata.
Arriva da sopra le nuvole una cannonata blaster potentissima che disintegra letteralmente la nave del Mando.
Gli increduli Din, Boba, Fennec e gli spettatori tutti possono solo assistere senza poter fare nulla.
Addio all’amatissima Razor Crest.
Passiamo in plancia, siamo sulla Light Cruiser classe Arquitens già vista nel capitolo 12. Al comando ritroviamo Moff Gideon.
Ormai questo tipo di inquadratura è forse la più citata e ripetuta di tutta la saga. In questo capitolo addirittura si citano da soli con due inquadrature uguali ma in diversi momenti.
Vediamo finalmente all’opera i bellissimi “Soldati Oscuri”, o meglio, i Dark Trooper.
Per saperne di più vi invitiamo a leggere in fondo all’approfondimento del capitolo 12.
Anche qui deja vù immediato, la Iron Legion di Tony Stark e dei Vendicatori vista nel secondo Avengers: Age of Ultron.
Quando la legione di droni costruiti da Stark rientra dalla missione in Sokovia per la prima volta per poi rientrare nell’Avengers Tower, quello che vediamo è tutto molto simile all’arrivo dei Dark Trooper su Tython.
Poco dopo vediamo i temibili Soldati Oscuri atterrare al centro del Megalite per poi afferrare Grogu e portarlo via con loro. Il loro arrivo ricorda moltissimo quello dei Nazcul a Collevento.
Boba Fett fa decollare la Slave I e vediamo che la camera ci dona un bel dettaglio dei comandi di guida della nave del Cacciatore di Taglie Mandaloriano.
E’ incredibile il lavoro svolto per replicarlo alla perfezione. E’ identico alla versione vista ne L’Attacco dei Cloni, quando ancora la Slave I era di proprietà di suo padre Jango.
Arriviamo al momento più discusso della puntata, quello in cui sembra ci sia una contraddizione nel canone.
Forse però è semplicemente una battuta non proprio chiara detta nel modo sbagliato in un momento in cui l’attenzione del pubblico è altrove.
Non è il primo momento di confusione presente in questo capitolo, secondo noi.
All’inizio della puntata vediamo la Razor Crest arrivare su Tython. Nel navicomputer viene indicata chiaramente la Razor Crest (pallino rosso) in direzione Tython (il mirino arancione).
Sappiamo dal canone che Tython è nel Deep Core, ovvero il nucleo Profondo della galassia.
Tython è un pianeta terrestre avvolto nel mito. E’ situato nella regione del Nucleo Profondo della Galassia. Alcuni studiosi dell’Ordine dei Jedi, sostengono che su Tython ci sia il primo tempio Jedi. Durante la Guerra Civile Galattica, la Dottoressa Aphra condusse Darth Vader al polo meridionale artico di Tython con l’intento di ingannarlo, rivelando la posizione di una delle basi dell’Alleanza Ribelle, che invece, era sul pianeta Hoth, nell’Orlo Esterno.
Abbiamo provato a sovrapporre l’immagine del navicomputer con quella di una piantina canonica del Nucleo e nonostante non corrisiponda al 100% sembra essere abbastanza congruente. Tython dovrebbe trovarsi tra Coruscant, Corellia e Alderaan, tutti pianeti presenti nel Nucleo.
Ma se è vero che siamo nel Nucleo, perché Fennec Shand scoprendo del ritorno dell’Impero risponde a Boba con questa frase?
E’ impossibile! L’Orlo Esterno è giurisdizione della Nuova Repubblica!
C’è da dire che presa nel contesto di risposta allo stupore mostrato di Boba potrebbe anche suonare come un:
Come è possibile che siano arrivati fino a qui che c’è la Nuova Repubblica a controllare l’Orlo Esterno?
Torniamo indietro, l’esclamazione di Boba Fett dice:
Sono tornati. L’Impero. Sono tornati!
Quel “tornati” dovrebbe riferirsi al ritorno dopo la sconfitta della Battaglia di Endor, per cui non sembra fosse a conoscenza della loro persistenza post caduta. Consideriamo che noi, come pubblico, siamo abituati a pensare che l’Impero sia sempre presente nella Galassia ma in questo momento storico non è così. Non è così normale e scontato vedere incrociatori e assaltatori imperiali in giro per la Galassia, questo è quello che cercano di raccontare.
In teoria quello che rimane dell’Impero è nascosto nelle Regioni Ignote, al di là dell’Orlo Esterno.
Potrebbe aver senso pensare che Fennec fosse a conoscenza dell’esistenza di quello che rimane dell’Impero?
Se l’Impero è confinato nelle Regioni Ignote per arrivare nel Nucleo Profondo, dovrebbe passare eventuali blocchi della Nuova Repubblica posti al confine tra Orlo Esterno e Regioni Ignote, ma questo non sembra accadere.
Ecco perché Fennec dice “Impossibile! L’Orlo Esterno è giurisdizione della Nuova Repubblica.”
Fennec sopravvaluta la Nuova Repubblica, quella Nuova Repubblica che non sembra essere in grado di dirigere e controllare l’Orlo Esterno e ce lo dice sia il Magistrato Carga nel capitolo 12.
Che lascino perdere l’Orlo Esterno. Se non l’ha colonizzato l’Impero come ci riusciranno loro?
Che il Capitano della Nuova Repubblica Carson Teva, che non solo ci svela quello che Fennec non sa, ma ci preannuncia quello che accadrà da li a qualche anno.
Qui c’è davvero sotto qualcosa. Nessuno ci crede nei mondi del Nucleo ma è davvero così. Non sono casi isolati. Bisogna fermarli prima che sia troppo tardi, ma non possiamo farlo senza appoggio locale.
Sarà questa mancanza di lucidità da parte della Nuova Repubblica a dar vita alla Resistenza con a capo il Generale Leia Organa.
Potrebbero essere proprio questi piccoli indizi sparsi da capitolo in capitolo a darci la spiegazione di quell’esclamazione?
Riassumendo:
- L’Impero è nascosto nelle Regioni Ignote.
- Il Grandammiraglio Thrawn menzionato da Ahsoka è un Chiss, natii del pianeta Csilla, situato nelle Regioni Ignote.
- L’Impero aveva un Laboratorio su Nevarro, nell’Orlo Esterno.
- L’Impero traffica in armi mandaloriane rubate al mercato nero sulla Luna Marittima di Trask, nell’Orlo Esterno.
- Per ora abbiamo visto l’Impero con due Navi interstellari piccole: un Incrociatore Leggero classe Arquitens e un Mercantile Gozanti. Nessuno Star Destroyer a quanto pare.
- Il Nucleo sta sottovalutando quello che succede nell’Orlo esterno, come detto dal Capitano Carson Teva.
- Cara Dune diventa sceriffo di Nevarro e viene riconosciuto come mebro ufficiale della Nuova Repubblica, ergo sotto la giurisdizione della Nuova Repubblica di cui parla Fennec.
Dopo questa analisi più o meno chiara crediamo che il problema di questa affermazione non sia il senso stesso ma il modo in cui si è scelto di dirla. Troppo poco chiaro e troppo criptica per poter essere compresa velocemente… Sempre che il senso da noi riportato sia quello giusto e non sia solo un grossolano errore di scrittura.
Dopo lo scetticismo di Fennec sul ritorno dell’Impero, Boba fett assicura la mercenaria con una frase: Non è un allucinazione da spezia!
“La spezia, in una qualsiasi delle sue dozzine di varietà, era la piaga della galassia; una droga orribilmente avvincente per la quale le sue vittime mentivano, rubavano, aggredivano e uccidevano.“
Una delle spezie a cui EmpiRa tiene di più è il Muon Gold di cui vediamo una piccola raffineria nel nostro fan film “Sacrificio: unofficial Star Wars Story”
Il Muon Gold era una spezia a base di lubrificante che dava all’utente una maggiore chiarezza mentale e concentrazione per un breve periodo. Tuttavia, a causa del suo effetto degradante sui percorsi neurali, fu bandito dall’Impero Galattico. È stato quindi pesantemente contrabbandato e preso come droga a buon mercato.
Dopo aver perso Grogu e la Razor Crest, il Mando rimane da solo con i due cacciatori di taglie.
Boba e Fennec vogliono mantenere la parola data e aiutare il Mando a recuperare e proteggere il piccolo Grogu.
Boba Fett mostra al Mando un ologramma proiettato dalla sua armatura che testimonia la sua appartenenza alla famiglia Fett. Il suo Codice a Catena non mente.
Jango Fett, il padre da cui è stato clonato Boba, era un trovatello come lui.
FOUNDLING…
TOOK INTO…
THE YEAR THAT…
CONCORD DAWN…
MENTOR JASTER…
FATHER FETT…
BOBA FETT
Jango Fett è nato negli anni precedenti l’invasione di Naboo, sul pianeta Concord Dawn.
Dopo la morte dei genitori Jango venne salvato dal mandaloriano Jaster Mereel e divenne un “foundling”, un trovatello. Partecipò alle Guerre Civili Mandaloriane come apprendista dello stesso Mereel.
Dopo la guerra intraprese la carriera di cacciatore di taglie ma, sebbene indossasse un’armatura mandaloriana, il primo ministro Almec dei Nuovi Mandaloriani rinnegò ogni legame con Fett, sostenendo che era semplicemente un cacciatore di taglie che aveva in qualche modo rubato un armatura mandaloriana.
Se volete saperne di più sui Boba e Jango Fett vi invitiamo ad approfondire con l’articolo dedicato.
A quanto pare Mando non ha più la nave ma ha due nuovi compagni che lo accompagneranno a salvare Grogu. A bordo della Slave I i tre si dirigono nuovamente a Nevarro.
Din ha bisogno dell’amica Cara Dune, ormai diventata sceriffo della Nuova Repubblica del sistema di Nevarro.
Lo sceriffo sembra irremovibile quando Mando le chiede di aiutarlo a liberare l’ex tiratore scelto Imperiale Mayfeld. Quel Migs Mayfeld che nel capitolo 6, insieme alla sua banda, ha tradito Din Djarin durante la missione per fare evadere il Twi-Lek Qin.
Immaginiamo che la sua esperienza tra le file dell’Impero sia proprio quello a cui mira Din per poter recuperare Grogu.
Cara dune non vuole aiutarlo ma Din le svela che il piccolo è stato rapito e il suo sguardo non sembra lasciar spazio al dubbio, il team up è inevitabile e siamo già a 4.
Oltre alla foto di Mayfeld però, assistiamo ad una carrellata di altri detenuti di ogni razza e specie ma ad attirare la nostra attenzione sono i quattro qui sotto.
Li avete riconosciuti?
Di seguito ai nomi trovate gli anni da scontare, l’imputazione e il carcere di destinazione.
BRIAN REDBEN – Umano/50 anni per negligenza medica – Tamazall.
AVRAC KEPUNDEE – Umano/25 anni per aggressione aggravata di un ufficiale della Nuova Repubblica – penitenz. di Wobani.
M’DWELLO DI – Kajain’sa’Nikto/30 anni per pirateria spaziale – Tamazall.
GAPSHHRIN DOZITO – ???/25 anni per tentato furto di navi – Selnesh.
Sono i quattro mercenari che cercano di rapire Grogu a Tatooine durante il prologo del capitolo 10.
Eccovi la lista degli altri detenuti, compresi gli anni di detenzione e il penitenziario in cui sono rinchiusi
VORG ALSUM – ???/5 anni per furto – prigione di Delrian.
SCURTO TOBBS – Umano/45 anni per contrabbando di classe 4 – Karthon Chop Fields.
TORBILL DANZIN – Umano/25 anni per tentato rapimento di un senatore – Sunspot Prison.
NILOX CABIN-ROVES – Umano/20 anni per falsificazione di crediti della Nuova Repubblica – Sunspot Prison.
PRETTS RULATO – Umano/50 anni per omicidio colposo e negligenza industriale – Clak’dor V.
GHOSLA FULAR – Mon Cala/30 anni per falsificazione di valuta locale – Sunspot Prison.
THENE KROSS – Zabrak/30 anni per furto di una nave stellare e resistenza all’arresto – Oovo IV.
YATH ENDIDEE – Quarren/40 anni per tentato omicidio e resistenza all’arresto – Virujansi.
SART JULOSS – Hassk/???
UNGA TOBA – Aqualish/25 anni per accesso illegale al computer – Lola Sayu.
SETHRO DAGRI – ???/70 anni per omicidio ed estorsione – MegaloxBeta.
BORBIN TODDS – Aqualish/25 anni per aver dato asilo ad un latitante – Jubilar.
TORBILL DANZIN – Tusken Raider/25 anni per tentato rapimento di un senatore – Sunspot Prison.
CARTO DEEVES – Umano/35 anni per l’aggressione di un ufficiale della Nuova Repubblica – penitenz. di Wobani.
CHARGUTT LO – Gamorreano/15 anni per aggressione aggravata – Garen IV.
Da notare che nella realizzazione dei profili il grafico deve aver sbagliato a copincollare la descrizione e Torbill Danzin è doppio. Umano e Tusken Raider.
VORG ALSUM SCURTO TOBBS TORBILL DANZIN NILOX CABIN-ROVES PRETTS RULATO GHOSLA FULAR THENE KROSS YATH ENDIDEE SART JULOSS UNGA TOBA SETHRO DAGRI BORBIN TODDS TORBILL DANZIN CARTO DEEVES CHARGUTT LO
In ogni scheda dei detenuti leggiamo i diversi penitenziari di destinazione ma solo uno di questi è stato creato appositamente per la serie, ovvero i Karthon Chop Fields, un luogo in cui si trovava la prigione di destinazione della nave prigione Bothany-Five protagonista del capitolo 6.
Ed è la stessa prigione in cui sta scontando la sua condanna lo stesso Migs Mayfeld, a cui sono stati dati 50 anni di pena per aver facilitato la fuga di un prigioniero (il Twi-lek Qin) e per aver partecipato all’assasinio di un ufficiale della Nuova Repubblica.
- La prigione di Tamazall viene menzionata perla prima volta nell’espansione del gioco di ruolo di Star Wars, Galaxy Guide 11: Criminal Organizations.
- Il penitenziario di Wobani è dove rinchiudono Jin Erso prima di essere salvata dall’Alleanza Ribelle.
- Selnesh è un pianeta prigione apparso in un racconto dal nome Do no Harm apparso nello Star Wars Adventure Journal Nr. 10
- Delrian era un mondo carcerario sotto il controllo della Repubblica Galattica prima, dell’Impero Galattico poi e infine dalla Nuova Repubblica.
- Susnspot Prison è un penitenziario gestito dall’Alleanza Ribelle per il ripristino della Repubblica durante la Guerra Civile Galattica. La prigione orbitava intorno a una stella ed ospitava la peggiore feccia imperiale catturata dall’Alleanza.
- Clak’dor V era un pianeta gigante gassoso ed ex colonia carceraria.
- Oovo IV era stato originariamente introdotto nel Legends tramite Star Wars: Episode I Racer , un videogioco LucasArts del 1999.
- Virujansi è stato menzionato per la prima volta nel romanzo di Legends di Star Wars: Episode IV A New Hope.
- Lola Sayu era un pianeta solforoso e spaccato che ospitava la Cittadella, una prigione progettata per trattenere i Jedi durante le Guerre dei Cloni.
- Megalox Beta era un pianeta che ospitava una prigione conosciuta come Megalox che Poe Dameron e Black Squadron visitarono durante la loro ricerca di Lor San Tekka.
- Jubilar era un luogo utilizzato come prigione dalla Federazione dei Mercanti. Durante le Guerre dei Cloni, era uno dei numerosi luoghi in cui veniva inviata la maggior parte dei prigionieri separatisti.
- Garen IV era un pianeta vicino a Hargeeva nelle Regioni dell’Espansione. Era l’ubicazione di una colonia penale imperiale .
Torniamo sull’Incrociatore Imperiale. Gideon è intento a percorrere un corridoio che lo porterà verso le celle di detenzione. Sarà il mantello, sala il chestbox illuminato, sarà per i tasti grigio bianchi sulla pettorina ma la suggestione, l’atmosfera e l’ambiente ci portano alla mente Darth Vader.
Come pensavamo Gideon va nella cella dove è rinchiuso Grogu. Appena entra trova il piccolo che sta usando la Forza ai danni di due assaltatori, sbattendoli con forza contro il pavimento e contro le pareti.
In questo momento possiamo sentire come colonna sonora una variazione sul tema di Kylo Ren di John Williams.
Il lato oscuro, la rabbia e la paura sono potenti nel piccolo Grogu, e Gideon, invece di preoccuparsi, sorride compiaciuto.
Le similitudini all’uso della Forza di Darth Vader nel finale di Rogue One si sprecano.
Il piccolo si placa ed è stremato e indebolito dal suo stesso potere. Gideon lo sa e gli si avvicina. Questa Volta è ancora Gideon ad ispirarci Vader ed essendo in una cella ce lo ricorda ancora di più.
Il Moff cerca di scatenare una reazione del piccolo mostrandogli la Dark Saber accesa. Chiede a Grogu se ricorda armi simli dal suo passato e il piccolo si avvicina con la mano, sembra quasi la voglia prendere ma sul più bello Gideon allontana la spada. “Potresti perdere un occhio” gli dice sorridendo.
L’assaltatore alle sue spalle esegue l’ordine e lo addormenta sparandogli con il blaster E-11 in modalità stordimento, come fecero con la principessa Leia nel film Una Nuova Speranza.
La puntata termina con il piccolo Grogu che ha perso i sensi, ammanettato e solo in una fredda cella Imperiale.
Gideon ha appena avvisato il Dr. Pershing allertandolo di prepararsi. “Abbiamo recuperato il donatore.”
E anche per questo capitolo abbiamo finito, li avevate notati tutti? Ne avete notati altri? Ditecelo nei commenti.
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