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[Recensione] The Mandalorian 2 – Chapter 15: The Believer

Ecco la nostra recensione per il quindicesimo capitolo della serie The Mandalorian, The Believer.


The Mandalorian 2 Chapter 15: The Believer, ecco la recensione dei redattori Empira

ATTENZIONE! LE RECENSIONI CONTENGONO SPOILER!

Marco Puglia

Ci avviciniamo al finale di stagione e questo episodio, nonostante abbia il chiaro obiettivo di preparare gli eventi, non ha nulla da invidiare ai precedenti due capitoli. Cambia l’atmosfera, cambia l’ambientazione, ma rimane alta la tensione, l’azione e il divertimento.

Quello che poteva essere la trama dell’intero episodio, la liberazione di Mayfeld, per fortuna è stato risolto nei primi minuti e l’attenzione si è spostata su un soggetto più interessante: trovare la posizione di Moff Gideon e quindi di Grogu.

La messa in scena di tutto questo capitolo mi ha ricordato molto la parte finale di Rogue One, troviamo gli stessi soldati imperiali, un’ambientazione terrestre molto simile a luogo dove si trova la base militare su Scarif, un’azione che strizza l’occhio ad alcuni film di guerra e anche alcune citazioni come la scalata della torre da parte di Jyn Erso.

Torna protagonista il nostro Mandaloriano che nelle ultime vicende era stato messo un po’ in secondo piano. Lo vediamo prende delle decisioni molto difficili, se messe in relazione al suo credo: prima decide di togliere l’armatura e poi addirittura di mostrare il suo volto. Ci rendiamo conto ancora una volta che il legame con il bambino è davvero forte e diventa ancora più evidente nel messaggio finale quando, rivolgendosi a Gideon, Din Djarin replica le stesse frasi dette dall’imperiale qualche tempo prima, ma riferite a sé stesso.

Vedere per la prima volta Pedro Pascal mi ha stupito, mi aspettavo che prima o poi sarebbe successo, ma non me lo aspettavo in questo episodio. Mi ha lasciato senza parole e credo che passerà ancora molto tempo prima di rivederlo.

Interessante anche la scelta di completare l’allontanamento di Mayfeld dall’impero in una scena che assomiglia molto al momento in cui Han Solo pronuncia la frase “Conversazione noiosa” con successiva blasterata. Veniamo messi a conoscenza di quanto gli alti ranghi imperiali siano spietati e non esitino a sacrificare migliaia di soldati per creare un nuovo ordine.

La scena seguente è letteralmente una corsa, un’azione corale che coinvolge anche le due tiratrici scelte Cara Dune e Fennec Shand, fino all’arrivo di Boba Fett che porta il secondo memento wow della puntata: dalla Slave I viene sganciata la famosissima bomba sonica con il suo inconfondibile suono, anticipato da un secondo di silenzio. La maggior parte delle persone potrebbe non comprendere a pieno, ma per noi appassionati è stato un momento da urla liberatorie.

La liberazione di Mayfeld forse risulta un po’ scontata, ma assolutamente meritata per quello che ha dimostrato e che credo sia propedeutica per un ritorno dell’ex-imperiale in aiuto del nostro team nell’ultimo episodio. Tra l’altro mi è piaciuto molto il personaggio, capace di essere divertente, ma anche con una dura storia alle spalle che lo rende profondo.

Una menzione speciale vorrei farla per l’impero e per la scena in cui il trasporto entra nella base, devo ammettere che ho esultato all’arrivo dei soldati e dei Tie in soccorso, in quel momento ho parteggiato per i “cattivi”.

Gabriel Gheb Valenti

Che dire, dopo lo scorso episodio ho avuto molto da ridire sul fatto che avremo nuovamente rivisto Mayfeld, ed invece si è venuta a creare una delle puntate con le dinamiche tra personaggi che ho apprezzato maggiormente.

Questo aspetto a “team” composto da Mando, Boba, Fennec, Mayfeld e Kara rientra perfettamente in quello che era mia intenzione per lo Show: un gruppo di cacciatori di taglie che girano per la galassia accettando le più disparate missioni, dove in azione si vedono solo piccoli gruppi di personaggi in modo da poterli approfondire meglio volta per volta, con una trama principale intervallata da archi di 2 o 3 puntate “filler”. Forse non vedremo mai quanto spero in futuro, ad ogni modo mi ha fatto piacere vedere il The Mandalorian che vorrei in una puntata.

Ad ogni modo ci troviamo di fronte ad un’altro episodio gradevole, molto bello da vedere e pieno di azione, imperiali, veicoli imperiali, caccia TIE Mando senza casco e persino le mie tanto amate bombe sismiche. 
Cosa manca all’episodio? mhm…Vediamo……nulla direi… Ah no aspettate!
Questo era il primo episodio senza Grogu! Se devo essere sincero, non ho sentito per nulla la sua mancanza, ed il fatto che questo pre-season finale sia non proprio nei ritmi e nella suspance all’altezza del capitolo 7 della prima stagione, mi fa pensare che veramente non risolveremo la faccenda in appena un solo episodio, e ci aspettano all’orizzonte molte altre puntate senza Grogu….

Rebecca Micol Sergi

Tempo di semifinali per la seconda stagione di The Mandalorian. L’episodio, diretto da Rick Famuyiwa, vede il ritorno dell’ex-imperiale Mayfield, le cui conoscenze pregresse risultano fondamentali per rintracciare Grogu e riportarlo tra le braccia del Mandaloriano.

L’inseguimento a bordo del Juggernaut è degno della miglior scena di azione contro Enfys Nest in Solo, a cui penso ogni volta che guardo un episodio di The Mandalorian. Chissà che oggi i fan non lo avrebbero apprezzato maggiormente… i tempi non erano ancora maturi per portare al cinema un prodotto d’azione così lontano dalle spade laser e dai Jedi.

Apprezzatissime poi le scene di riferimento all’Operazione Cenere di Battlefront II e la bomba sismica finale direttamente da L’Attacco dei Cloni, a cui sono dedicate più inquadrature sapendo che molti fan sarebbero andati in brodo di giuggiole. Nota a margine fondamentale anche per i fan oltre Star Wars: l’inquietantissimo imperiale Valin Hess altri non è che il Night King de Il Trono di Spade!

Da un punto di vista narrativo, invece, la puntata fa riflettere su quali siano i limiti di ciascun personaggio e quanto una persona sia disposta a spingersi al di là delle ideologie con cui si schiera. Anche il ritmo della puntata è assolutamente sensato, e spinge verso la direzione di un finale di stagione tutt’altro che conclusivo, con il rapimento di Grogu che funzionerà perfettamente da cliffhanger per la terza stagione!

Alessandra Bosello

Ci avevano promesso i fuochi d’artificio e, infatti, le sorprese non sono mancate in questo penultimo episodio della seconda stagione di The Mandalorian. Non è stato completamente la bomba che mi aspettavo, ma tutto sommato, Capitolo 15 mi ha intrattenuta bene.

L’episodio si apre con il ritorno di un personaggio della prima stagione: Mayfeld, che sta scontando i suoi cinquant’anni di prigionia in un deposito rottami su Karthon. Qui, lo rivediamo sotto un nuovo aspetto, sottomesso e cinico, ed è interessante che ci abbiano fornito un’altra sfaccettatura del suo carattere perché credo che sia un personaggio con un buon potenziale. Basti pensare, infatti, che si tratta di un ex sparatore dell’Impero che ha partecipato all’Operazione Cenere su Burnin Konn. Non è la prima volta che sentiamo nominare quest’operazione nel canone: la ritroviamo, ad esempio, nella trilogia di Aftermath, ma anche nel gioco Battlefront. Mayfeld prova un rancore cieco nei confronti del suo superiore Valin Hess, che ha permesso la distruzione di una città intera e la morte di almeno diecimila dei suoi compagni. Ciò che però gli fa ribollire di più il sangue nelle vene è che Hess non se ne pente affatto ed è proprio questo che lo porta a ucciderlo. È normale quindi pensare che Mayfeld sia una delle tante vittime dell’Impero e credo che anche il suo cinismo sia giustificato, a questo punto.

Un’altra cosa che mi ha colpita di questo episodio è che Din Djarin è disposto persino ad andare contro a uno dei pilastri del suo Credo, pur di salvare Grogu. È qui che comprendiamo, ancora una volta, quanto sia importante il Bambino per lui. Lo vediamo, infatti, togliersi l’armatura mandaloriana per vestirsi da assaltatore, ma non è finita qui. La vera sorpresa arriva quando Din Djarin, di fronte al terminale che non lo riconosce, decide di scoprire il viso. A tal proposito, voglio fare un appunto: adoro Pedro Pascal e vederlo nuovamente in faccia mi ha dato i brividi.

Vogliamo parlare, infine, dell’armatura di Boba Fett, riverniciata a nuovo? Mi è saltata subito all’occhio e l’ho trovata bellissima. Ho amato anche il rimando alla trilogia prequel con la bomba sismica verso la fine dell’episodio. Ma chi non si emoziona, in fin dei conti, sentendo il suono di quella bomba?

Per concludere, mi aspettavo di vedere subito uno scontro con l’Impero in questo episodio, ma sono sicura che i produttori della serie sapranno stupirci con il finale di stagione. Non vedo l’ora che sia venerdì!

Alessandro Pagani

Penultima puntata, personalmente l’ho trovata un po’ deludente.

Dopo la puntata di settimana scorsa pensavo che le 2 puntate finali sarebbero state una tirata unica verso l’apice della stagione ma purtroppo abbiamo davanti una puntata filler.

Non fraintendetemi, mi è piaciuta, ma mi aspettavo qualcosa di meglio.

Ciononostante vi sono elementi molto interessanti a partire dal fatto che il nostro Mandaloriano rivela il suo volto a qualcuno per la prima volta.

Molto interessante anche quando sotto copertura per l’impero sono costretti a con combattere contro dei ribelli sul pianeta in cui si trovano e per la prima volta mi sono trovato a fare il tifo per l’Impero.

Vedere i soldati imperiali esultare come farebbe l’Alleanza per aver sconfitto un gruppo di rivoltosi fa riflettere su quanto possano esser simili i due schieramenti e che le differenze più grosse siano legate agli intenti degli ufficiali di alto rango, spesso spietati e senza scrupoli.

Infine vedere Boba Fett con l’armatura rimessa a nuovo fa brillare gli occhi di ogni fan, ma piangere il portafogli di ogni collezionista.

Quindi in sunto è stato un bel episodio che però sarebbe stato perfetto se mancassero 2-3 capitoli alla conclusione e non solo 1.

Ci vediamo settimana prossima per il finale!

Daniele Mazzoli

Ora davvero non ho nient’altro da chiedere.
Questo episodio è davvero una bomba, nel senso più letterale del termine.Si, si, certo, si vede la faccia di Mando. Emozionante, non c’è dubbio. 
Si, ok…il discorso dell’Ufficiale fa risalire quell’atmosfera da Impero che Strikes Back levati…Si, avete ragione, Cara Dune fa la sua figura. 
Io vi capisco, davvero! Ma tutto perde di valore a fronte di cotanta novizia di particolari quando ci fanno vedere I VEICOLI, sia di terra che volanti. Una goduria infinita.
Anche negli episodi precedenti era cose, non ci sono dubbi, ma in questo episodio ci hanno regalato una SLAVE ONE come non avevamo mai visto. 
Finalmente da dentro, finalmente si capisce quanto spazio c’è e…la rotazione vista da dentro. Ma vi rendete conto di quali dettagli ci hanno regalato? 
E Boba (con armatura riverniciata e lucida che nemmeno il polish ultra!) che così “nuovo” a me non piace molto ma è sempre il più figo di tutti e che fa tanto Actarus dentro Goldrake.
E poi, un fulmine a ciel sereno. La bomba finale: la Seismic Charge. Sognavo questo momento da sempre e me l’hanno regalato con un effetto, sia video che audio, praticamente perfetto.
Secondo me, tutto quello che hanno risparmiato con l’episodio precedente, l’hanno speso per questo.In tutto questo, il Mando è tornato prepotentemente il vero protagonista. Botte da orbi (senza beskar), amore per il bambino e cattiveria in ologramma. Come saranno le mutande di Moff Gideon?Lo scopriremo nel prossimo, ultimo (purtroppo) episodio! E che sia di almeno 50 minuti, santiddio!

Manuel Bettuzzi

Una piccola chicca dolcissima questo penultimo episodio di stagione di The Mandalorian 2, lo definirei proprio così.

L’episodio forse scritto meglio delle due stagioni ci regala tantissime emozioni e sorprese e ci stupisce sotto tantissimi punti di vista. Personalmente la sorpresa più grande trovo sia stato il personaggio di Mayfeld. Che profondità, che emozioni e che attore incredibile si è dimostrato Bill Burr. La scena nella mensa ufficiali credo sia una delle più tese ed emozionali di tutta la saga.

Altra grande sorpresa di questa puntata è il lato più “umano” dell’Impero che ci viene mostrato, come anche gli Stormtrooper sotto sotto siano comunque “umani”, festeggiando le vittorie di ogni giorno e gli eroi che riescono a tornare dalla battaglia; il tutto prima di saltare tutti in aria come al solito. E’ stato breve, ma comunque intenso vedere questo lato più umano degli imperiali.

Altra nota di merito, anche se ormai non è più una sorpresa, sui combattimenti. Incredibili come sempre, coreografati incredibilmente e che mi hanno ricordato tantissimo Indiana Jones.

Ultima nota per Mando, che quando si tratta di Grogu non si tira indietro davanti a nulla, anche i propri stessi ideali. Pascal incredibile come sempre.

Ora non mi resta che attendere questo finale che si preannuncia una vera e propria bomba.

Roby Rani

Puntatona bellissima e senza alcun sentore di risparmio budget anzi. La fotografia, il trucco, i dialoghi e la scrittura sono decisamente migliori di altri episodi e il ritmo e l’azione vincono a mani basse. Aggiungerei anche un enorme cuore e senso di riscatto che non mi aspettavo. Alcune dinamiche, ormai parte integrante del format sono sempre presenti altre invece si spostano rinvigorendo il tutto con grandissima soddisfazione personale. Bella, bella, bella e ancora bella! Noiosissimo a forza di dire le stesse cose ma ritrovarsi a saltare su un divano per una roba, un’inezia (se vogliamo) che speravo di rivedere da… 19 anni non è da tutti i giorni.

Mamma mia che goduria infinita!!!

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